Con l’AI Act, l’Unione Europea conferma la sua priorità nella tutela dei diritti umani sopra l’evoluzione tecnologica, diventando il primo organo a regolamentare l’utilizzo di questa tecnologia. È un vero e proprio impegno dell’UE prende per garantire che l’Intelligenza Artificiale sia al servizio delle persone, rispettandone i diritti e promuovendo, allo stesso tempo, fiducia nelle nuove tecnologie. Per comprendere il suo valore, basti pensare ai rischi che corriamo senza una regolamentazione chiara: discriminazioni, manipolazioni o violazioni della privacy potrebbero diventare la norma.
Che cosa cambia con l’AI Act
Il Regolamento rappresenta un punto di svolta per garantire uno sviluppo tecnologico responsabile e l’impegno della Comunità per:
- Proteggere i cittadini mettendo al primo posto la dignità umana e prevendo abusi come decisioni discriminatorie prese da sistemi automatizzati.
- Fornire trasparenza grazie all’adozione di regole che obbligano le aziende a dichiarare come funzionano i loro sistemi di IA in modo che le persone possano decidere consapevolmente.
- Promuovere la fiducia verso queste tecnologie ad oggi divisive.
- Rendere il mercato europeo un punto di riferimento per l’innovazione etica attirando investimenti e talenti da tutto il mondo.
In sintesi, l’AI Act non è solo una regolamentazione, ma una visione per un futuro in cui tecnologia e valori umani possono coesistere armoniosamente. Mentre altri paesi come gli Stati Uniti e la Cina adottano approcci più permissivi, l’UE punta su una regolamentazione rigorosa per garantire un uso sicuro e rispettoso dell’IA.
Per approfondire lo svilupo delle Intelligenze Artificiali e capire meglio in cosa consistono leggi: Intelligenza Artificiale: una bolla pronta ad esplodere?
Le tappe fondamentali dell’AI Act
A novembre 2024, è stato approvato il testo definitivo dell’Ai Act e già da questo 2025 inizieranno ad entrare in vigore le nuove norme. Ma vediamo insieme le principali tappe dell’evoluzione dell’AI Act. Ad aprile 2021, la Commissione Europea ha presentato ufficialmente la proposta di regolamento, dando il via a un iter legislativo destinato a plasmare il futuro dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea. Dopo oltre due anni di discussioni, a giugno 2023 il Parlamento Europeo ha dato la sua approvazione preliminare, aprendo così le negoziazioni con il Consiglio dell’UE per definire i dettagli del testo normativo. Il percorso si è concluso a novembre 2024 con l’approvazione definitiva del regolamento, che ha posto particolare attenzione ai sistemi di IA ad alto rischio e agli obblighi per le aziende extra-UE che intendono operare nel mercato europeo. A partire dal 2025, è stato previsto un periodo di transizione di circa due anni per consentire alle imprese di adeguarsi ai nuovi requisiti normativi. Infine, nel 2026, il regolamento entrerà pienamente in vigore, accompagnato dall’avvio dei controlli e dall’applicazione delle sanzioni per chi non rispetterà le disposizioni previste.
Tra le novità da sottolineare c’è la creazione di una classificazione di rischio delle Ai, questo servirà per tutelare la privacy e i dati delle persone.
La suddivisione dei rischi nell’AI Act
Uno degli aspetti centrali dell’AI Act è la classificazione dei sistemi di IA in base al loro livello di rischio. Questa suddivisione garantisce un controllo proporzionato al potenziale impatto di queste tecnologie sulla società. Ecco come sono classificati:
- Rischio inaccettabile: sistemi vietati, come quelli che impiegano tecniche di manipolazione subconscia o sorveglianza massiva senza adeguate basi legali.
- Rischio alto: tecnologie che richiedono requisiti rigorosi di conformità, ad esempio quelle utilizzate nella selezione del personale, nell’accesso ai servizi pubblici o nei dispositivi medici.
- Rischio specifico per la trasparenza: obbligo di trasparenza per tecnologie come i chatbot o i sistemi di raccomandazione, per garantire che l’utente sia informato.
- Rischio minimo: tecnologie con un impatto trascurabile, come videogiochi o applicazioni di intrattenimento, non soggette a particolari obblighi.
Inoltre, è stato istituito un registro pubblico dei sistemi di IA ad alto rischio, gestito dall’Agenzia Europea per l’Intelligenza Artificiale, per garantire trasparenza e responsabilità.
Sul sito della Commissione europea si legge:
I sistemi di IA ad alto rischio utilizzati da autorità pubbliche o entità che agiscono per loro conto dovranno essere registrati in una banca dati pubblica dell’UE, a meno che tali sistemi non siano utilizzati per le attività di contrasto e la migrazione. Questi ultimi sistemi dovranno essere registrati in una parte non pubblica della banca dati, che sarà accessibile solo alle autorità di controllo competenti.
AI Act: cosa prevede?
L’AI Act prevede un periodo di transizione fino al 2026, durante il quale aziende e istituzioni potranno adeguarsi alle nuove norme. In particolare:
- 2025-2026: gli operatori economici dovranno adeguare i loro sistemi alle nuove regole.
- 2026: il regolamento diventerà pienamente operativo, con l’avvio dei controlli e l’applicazione di sanzioni per chi non si conforma.
Le autorità nazionali e l’Agenzia Europea collaboreranno per monitorare l’applicazione delle norme e fornire supporto agli operatori coinvolti.
Le restrizioni europee e le sfide globali
Le rigide norme europee stanno già influenzando il mercato globale. Paesi come gli Stati Uniti e la Cina, leader nello sviluppo di tecnologie avanzate, stanno limitando l’introduzione delle loro soluzioni più innovative in Europa, a causa delle complessità normative. Questa situazione pone sfide importanti per la competitività delle aziende europee, che devono affrontare regolamentazioni più stringenti rispetto ai competitor internazionali. Tuttavia, l’UE rimane ferma nel suo obiettivo di promuovere un modello di innovazione etico e sostenibile.
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